Rimanendo alle assonanze climatiche, anche i mercati, un po’ come il vento, vanno a “folate”.
Gli ultimi giorni li abbiamo passati in una sorta di “vortice”, con lo spread spinto dalle attese di imminenti (o quanto meno non più così lontani) aumenti dei tassi: gli analisti oramai si sono “posizionati” su 5, se non addirittura 6, rialzi negli USA, mentre si dà per certo 1 rialzo già nel corso di quest’anno (ma, come scritto ieri, qualcuno parla di 2).
Ieri abbiamo assistito ad una certa calma: lo spread è apparso stabilizzato intorno ai 157 bp, mentre gli indici azionari hanno viaggiato tutti sopra la parità, con quelli americani più reattivi, con rialzi sopra l’1%.
Ben sappiamo come i mercati vivano di attese: la calma di alcune giornate è data anche dalla mancanza di notizie così importanti piuttosto che dal fatto che sono scadenzate nel giro di pochi giorni.
Sul fronte geopolotico l’iperattivismo delle diplomazie è la conferma che da più parti ci si rende conto che l’Europa non si può permettere un conflitto davanti alla “propria porta”. Le conseguenze sarebbe pesanti, in primo luogo sui prezzi dell’energia, già oggi quasi insopportabili per molti Paesi. A tal proposito, è di oggi la notizia che il Governo sta pensando ad un nuovo stanziamento di circa € 4MD per le famiglie meno abbienti e le piccole-medie imprese, forse quelle maggiormente in sofferenza.
Domani sono attesi i nuovi dati sull’inflazione USA: ci si aspetta un’ulteriore accelerazione a + 7,3% rispetto al già sorprendente 7% di gennaio. Ovvio che se le previsioni fossero confermate il rialzo dei tassi USA sarebbe probabilmente ancora più rapido e accelerato. Di contro, se si manifestasse una stabilizzazione si andrebbe verso un atteggiamento meno rigoroso da parte della FED.
In Europa la BCE si dice convinta che l’inflazione rientrerà, nel 2023 e nel 2024, ad un livello tra l’1,8% e il 2%, motivo per cui al momento sembra non voler premere l’acceleratore (anche se sono state proprio le parole della Lagarde, la settimana scorsa, volutamente non più così “rassicuranti”, a scatenare l’ondata di vendite che ha portato al rialzo dei rendimenti). Certamente la BCE ha qualche strumento in più rispetto alla FED (oltre al fatto che da noi, per quanto sia molto cresciuta, l’inflazione si trova ancora ad un livello diverso rispetto a quella americana) per eventualmente intervenire e placare le “fiammate” che si dovessero manifestare.
Intanto, grazie anche alla buona chiusura di Wall Street, questa notte i mercati asiatici hanno dato buoni segnali di recupero. Nikkei a + 1,10%, Hong Kong, trainata dai titoli tecnologici (Alibaba + 6%) + 1,9%. Anche Shanghai conferma il momento positivo, avviandosi a chiudere intorno a + 0,80%: ieri, seppur chiudendo leggermente negativa, nelle ultime ore della seduta si è visto un fortissimo recupero, pare dovuto al massiccio intervento di diverse società di gestione che hanno fatto “man bassa” di titoli, quasi a voler lanciare un segnale che a quei valori i prezzi erano un’opportunità di acquisto.
Futures positivi ovunque anche questa mattina, con il Vix, l’indice della volatilità, nuovamente in discesa.
Petrolio in calo, con il WTI sceso a $ 89,2.
Stabile il gas naturale, a $ 4,236.
Continua la sua lenta risalita l’oro: questa mattina lo troviamo a $ 1.827.
Spread a 155 bp, in marginale, per ora, recupero. Rendimento del BTP che ieri ha toccato l’1,85%.
In leggero recupero, nei primi scambi di giornata, il treasury, che passa dall’1,96% di ieri all’1,94%.
€/$ senza dinamismo, a 1,142.
Tira il fiato il bitcoin dopo la volata degli ultimi giorni: questa mattina fa segnare $ 43.640, – 2,85%.
Grazie come sempre per l’attenzione.
Ps: e quindi non siamo più soltanto il Paese di “pizza e maccheroni”. Da ieri siamo anche il Paese del “curling”, sport praticato, in Italia, da “ben” 333 atleti, con 3 società attive. Si direbbe un sport “elitario”: altro che il badminton… Di certo, in questo caso, non è stata “La mano di Dio”. Per quella c’è Hollywood. Due cose che tra loro non c’entrano nulla, ma che devono riempirci di orgoglio, come tante altre cose. Quelle che ci permettono, nonostante tutto, di essere tra i Paesi più belli del mondo.